AISO

Mobile, Big Data, IoT, Cloud Computing, Social network  stanno cambiando il modo di fare impresa  e le relazioni tra le persone nella vita di tutti i giorni. Una rivoluzione che le aziende italiane si stanno sforzando di affrontare e gestire, ma  il divario tra il nostro paese e il resto dell'Ue nell’utilizzo delle tecnologie Ict resta ancora ampio. Basti dire che secondo il  Digital Economy and Society Index (Desi), l’indice elaborato dalla Commissione Europea per valutare lo stato di avanzamento degli Stati membri  verso un’economia e una società digitali, l’Italia nel 2016 si collocava al 25° posto su 28.  Questo indice, infatti,  - che sintetizza 30 indicatori suddivisi in cinque ambiti: connettività, capitale umano, uso di internet, integrazione della tecnologia digitale e servizi pubblici digitali - per il nostro Paese è pari a 0,4, il 23,1% in meno rispetto al valore della media Ue che è di 0,52. Colmare il gap digitale è dunque una sfida importante per le imprese nazionali che mettono il mantenimento della competitività sul mercato al primo posto, ma anche per ogni dipendente over 50 intenzionato a salvaguardare la propria impiegabilità. «L’età non conta, è un tema di mindset», spiega Cetti Galante, Presidente di Aiso. «Oggi è importante aprirsi a confronti fuori dalla nostra azienda o ambiente di lavoro, fuori dal nostro settore, per capire come evolve il nostro ruolo nel mercato e capire quali sono le competenze da colmare con urgenza».

Professionisti It cercansi

Oggi le aziende hanno sempre più bisogno di Cio, Chief information officer; esperti di security, ovvero persone capaci di definire una strategia di sicurezza e di implementarla; Business information manager e Business analyst, figure in grado di gestire e valorizzare l’enorme patrimonio di dati e informazioni che ogni giorno le imprese raccolgono, e figure che sappiano analizzare i processi di business anticipando le esigenze dell’impresa per cui lavorano. Professionalità che le aziende faticano a trovare sul mercato non perché non esistano It manager capaci, ma perché sono troppo pochi rispetto alla domanda del mercato.  E questo potrebbe trasformarsi in un' importante occasione di crescita professionale per manager over 50 curiosi, capaci di mettersi in gioco e di accettare le sfide del mercato. L’umiltà di  imparare qualcosa di nuovo è la prima skill che i professionisti senior devono avere anche perché, in attesa che dalle università escano i manager It di nuova generazione, sempre più imprese stanno ricorrendo al reskilling o all’up skilling, ovvero al  riorientamento e potenziamento di risorse che hanno già all’interno del loro organigramma. Questo consente alle aziende medio grandi da una parte di contenere i costi e dall’altra di poter contare su figure che già conoscono la loro cultura e il modo di operare sul mercato.  Per questo la data di nascita non deve più essere un deterrente per quella che gli esperti chiamano alfabetizzazione digitale. Basta aver voglia di scendere in campo e rimboccarsi le maniche, solo così un momento critico può trasformarsi in un'importante occasione di crescita professionale. «Agilità e proattività in questo senso sono la chiave e dobbiamo tutti sentirla come responsabilità personale non delegabile», sintetizza Galante.