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Muoversi per tempo, progettare il proprio piano di lavoro alternativo, essere proattivi, guardare sempre avanti prevedendo le esigenze della possibile clientela. Queste le tre mosse da mettere in campo se si vuole continuare a essere impiegabili, ovvero ad avere un mercato professionale in tempi di carriere discontinue.

Non aspettare, agisci subito

Angelo Campi lo sa molto bene. Ex direttore tecnico della Business Unit Consumer di un’azienda specializzata nella produzione di attrezzatura sportiva, ha capito presto che tra lui e l’imprenditore non c’era feeling. Una situazione che gli creava grande disagio e che non lo metteva nelle condizioni di lavorare con serenità. Così, invece di tergiversare e perdere tempo prezioso per la sua carriera, ha preferito agire subito decidendo di cercarsi in autonomia un’altra occupazione. «Ma non riuscivo a trovare la strada giusta», racconta Campi. «Poi, grazie a confronto con il direttore del personale di quell’azienda ho deciso di fare ricorso al servizio di outplacement che mi è stato offerto dall’azienda. Percorso che ha condizionato molto la mia vita futura perché mi ha fatto capire quanto sia prezioso il network lavorativo e come sia importante il rispetto delle persone e la consapevolezza del valore della propria professionalità», prosegue Campi che oggi ha 62 anni.

Scopri chi sei e gli obiettivi che vuoi raggiungere

La fase più importante del percorso? «Indubbiamente è stata la valutazione delle mie competenze perché lì ho capito davvero chi ero e quali erano gli obiettivi che intendevo raggiungere nella vita», risponde senza esitazione. Infatti, dopo un’esperienza come manager in un’azienda bolognese del settore automotive, nel 2014 Campi ha deciso di rimettersi in gioco con un'altra veste. «Il ruolo che avevo ricoperto fino a quel momento non mi dava più stimoli, avevo voglia di affrontare nuove sfide, di mettermi alla prova in ambiti diversi come libero professionista», dice.
Così ha colto l’opportunità che gli è stata offerta dall’azienda di seguire un progetto internazionale non più come dipendente ma come consulente con un contratto di collaborazione esterna coordinata e collaborativa. Progetto che ha seguito fino al 2018, fino a quando il Job Act ha spazzato via i contratti Cococo.

Guarda sempre avanti

«Nel frattempo però avevo già trovato altri clienti che mi hanno consentito di portare avanti la mia attività di consulenza aziendale», professione che continua a svolgere sia per le PMI nazionali, sia per multinazionali. «E negli ultimi sei mesi, dopo aver seguito i corsi “ACSTH” dell’International Coach Federation, ho iniziato a fare anche il business coach e ora sto raggiungendo la quota ore per ottenere la credenziale ACC (Associate Certified Coach) e iscrivermi all’ICF», chiosa Campi. A conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che chi si ferma è perduto.  Soprattutto in momenti critici come quelli che stiamo vivendo.