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I dati Istat parlano chiaro: un terzo degli occupati in Italia appartiene alla fascia d’età 50-64 anni (sono 7,5 milioni), mentre nel 2004 erano 4,5 milioni. Vero, è l'effetto dell’invecchiamento della popolazione e delle riforme previdenziali che hanno innalzato l’età per la pensione, ma anche della maggiore esperienza dei senior soprattutto per quanto riguarda i profili tecnici, vale a dire ingegneri e periti. Professionalità che fra i giovani si faticano a trovare. Lo confermano anche i dati di Unioncamere, in base ai quali nel primo trimestre gli imprenditori hanno avuto difficoltà a reperire un lavoratore ogni cinque assunzioni (il 19,9% contro il 12% del 2016). Per due candidati su tre l’esperienza lavorativa è un requisito insieme alla preparazione scolastica di qualità. Così in molte aziende, soprattutto nelle Pmi, il turn over ha favorito i senior. Ma va detto che molti senior espulsi dalle aziende durante la crisi non sono riusciti a ricollocarsi e sono finiti tra i disoccupati, gli inattivi, o figurano tra i 170mila esodati salvaguardati per il pensionamento con le vecchie regole. In questo quadro complesso per aumentare le possibilità di ricollocarsi e cogliere le occasioni che il mercato presenta, aggiornare le proprie skill è fondamentale per mantenere alta la propria attrattività professionale. In Italia finora il lavoro è stato vissuto come un contenitore dove passare la vita, dove l'organizzazione della nostra carriera era interamente gestita dalla azienda per cui si lavorava. Ora è esattamente il contrario. Il percorso lavorativo di ognuno di noi è nelle nostre mani. Siamo noi che dobbiamo mantenerci allenati per poter progredire costantemente ed essere in grado di rispondere in modo adeguato ai bisogni delle imprese. Ecco allora i 6 step per un training completo.

 

1- Verificare competenze. Come un atleta prima di iniziare la stagione sportiva verifica a che punto è la sua preparazione, così un professionista intenzionato a tenersi aggiornato deve fare un test di valutazione delle proprie competenze per realizzare quali sono le aree da migliorare e sulle quali intervenire con una formazione mirata e ripetuta nel tempo, in grado di dargli quella preparazione che gli serve per sentirsi utile e spendibile sul mercato.

2- Coltivare le soft skill. La preparazione tecnica è importante, ma nelle organizzazioni di oggi lo sono anche le soft skill (lingue straniere, capacità di analisi, flessibilità nell'accettare le nuove tecnologie, approccio innovativo al lavoro etc.). Su queste occorre lavorare con percorsi formativi adeguati o con un coaching costante. Perché è fondamentale darsi obiettivi nuovi e diversi e raggiungerli velocemente.  

3- Aggiornare le hard skill. Nelle imprese di oggi è  importante capire le competenze tecniche che un senior ha sviluppato nel tempo e che deve aggiornare rispetto al mestiere che svolge o al ruolo che ricopre. Quindi anche su questo fronte dalla formazione continua non si scappa.

4- Fare marketing di se stessi. Lavorare sulla relazione allargata, quindi sui propri contatti. Ciò significa coltivarli in modo costante e continuativo.

5- Costruire un network con i Millennials. Oggi più che mai per entrare nelle aziende è basilare imparare a relazionarsi con i Millennials, la generazione di lavoratori 27-35enni che fra 10 anni occuperà gran parte dei posti strategici nelle organizzazioni. Al momento, però, molti over 45 faticano ad avere un dialogo con i junior, un po'anche per la loro seniority che li porta ad avere erroneamente con loro un atteggiamento insegnante/alunno. Invece è importate saper capire e dialogare con chi ha meno esperienza lavorativa, ma possiede una grande competenza sul fronte della comunicazione digitale. Perché solo con la relazione si può crescere entrambi.

6- Agire sul personal branding e sulla social reputation. Bisogna saper comunicare nel modo giusto e più adeguato la propria competenza ed esperienza. Così come è importante sapere cosa pensa di noi il mercato e avere la capacità di gestire un network online e gli output che da esso arrivano. Oggi se il mercato ha un’ opinione negativa di noi, nonostante l'esperienza, non  si va da nessuna parte.